Pedagogia
dell’ascolto
A CHI SI RIVOLGE
Presso lo Studio Margreet Hanneman il metodo viene applicato prevalentemente per:
- potenziare le capacità di analisi dei suoni dell’orecchio, ottenendo così una migliore performance vocale e strumentale.
- aumentare il controllo del linguaggio, della voce parlata e cantata.
- migliorare la concentrazione, l’attenzione e la memoria.
- facilitare la comunicazione e l’espressione verbale.
- incrementare l’apprendimento e creatività.
- ottimizzare la ricarica energetica in casi di stress e iperaffaticabilità.
Ascoltare significa prestare attenzione, integrare un messaggio e dare una risposta adeguata; rappresenta la base del linguaggio e della comunicazione.
L’Audiopsicofonologia nasce dalle ricerche di Alfred A. Tomatis, medico francese specializzato in otorinolaringoiatria. Tale disciplina si propone di educare o rieducare la funzione di ascolto e quindi la qualità della comunicazione.
Negli anni ’60 Tomatis scoprì che la voce utilizza solamente le frequenze che può percepire e che ogni cambiamento dello schema uditivo comporta una modificazione della voce. Nel momento in cui possiamo di nuovo percepire correttamente le frequenze deficitarie, tali frequenze riappaiono anche nella voce.
Questo processo vale anche per la comunicazione intesa in senso lato con tutte le sue componenti emotive e di relazione. Anche le facoltà motorie e psicomotorie sono coinvolte e la persona può comunicare e muoversi in modo più appropriato, ricco e preciso. Il comportamento evolve verso una forma più equilibrata e appagante.
Mezzi utilizzati
Gli effetti desiderati
Mezzi utilizzati
L’Audiopsicofonologia utilizza la musica di Mozart, particolarmente ricca di frequenze ed armoniche acute che dinamizzano il sistema nervoso centrale, e i canti Gregoriani, che equilibrano il sistema nervoso vegetativo.
I suoni acuti sono una fonte energetica primaria. Tale energia aiuta a memorizzare meglio, a mantenere una concentrazione facile e prolungata, un livello di attenzione costante. Pertanto, agevola le capacità di apprendimento.
Senza questa ricarica ci affatichiamo più facilmente, siamo obbligati a compensare lo stress mentale con il sonno o con un maggior consumo di zuccheri.
Gli effetti desiderati
Le stimolazioni sonore utilizzate in audiopsicofonologia, non sono dirette solo alla coclea – la parte dell’orecchio interno che analizza i suoni – ma anche al vestibolo che gestisce l’equilibrio, regola il tono muscolare, migliora la percezione del proprio corpo e quindi anche la postura e coordinazione motoria.
Le sedute d’ascolto quindi coinvolgono i diversi livelli funzionali della persona: posturale, energetico, emozionale e cognitivo, componenti che, grazie a un migliore funzionamento della facoltà di ascolto, si riequilibrano e si integrano con armonia e naturalezza.
In tal modo le funzioni cognitive possono esprimersi al meglio poiché le dinamiche proprie dell’apprendimento dispongono di solide basi nel rispetto della globalità ed unicità della persona.
Se riusciamo a comprendere che cosa vuol dire “percepire”, riusciremo ad apprendere meglio la nozione di ascolto. Ascoltare rappresenta un impegno totale del corpo affinché l’essere che è all’interno di questo corpo possa beneficiare di quello che desidera percepire. La percezione, a differenza della sensazione comporta il manifestarsi di una volontà. C’è un passaggio all’azione, che altro non è se non una partecipazione del soggetto, fino al punto di offrire il proprio orecchio, il proprio corpo e il proprio sistema nervoso al messaggio musicale o verbale che desidera assimilare.
Ci sembra utile ricordare qual è la differenza fra sentire e ascoltare.
Sentire significa avvertire il suono e prenderne coscienza. In una certa misura è come lasciarsene invadere passivamente abbandonandosi indifesi, senza averne una reale percezione.
E’ tutta un’altra cosa quando ci si vuole rendere conto di quanto viene enunciato. Subentra allora un atteggiamento completamente diverso che fa tendere l’orecchio ai discorsi del nostro interlocutore o verso un brano musicale che si desidera fare proprio, che ci impegniamo ad ascoltare.
E’ incontestabile che esiste un intervento della volontà che agisce immediatamente, cambiando di punto in bianco l’atteggiamento mentale, così come la postura fisica, dell’ascoltatore. Tendere l’orecchio significa tendere il corpo, come significa sollecitare il sistema nervoso nel suo complesso a entrare in questa dinamica particolarmente attiva, intraprendente, che mobilita sia il corpo che il pensiero.
La capacità di ascoltare è madre di tutte le altre capacità: dell’apprendimento, del linguaggio, della relazione, degli affetti, della memoria, dell’intelligenza e persino dell’identità personale e della salute psicofisica.
Alfred A. Tomatis
(“L’orecchio e la Voce” di A. Tomatis)
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